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Montagne russe

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Giurai a vent'anni circa

de nun salicce più,

me pareva da scemi

fasse sbatte su e giù.

Ora so' risalita su sto gioco mortale:

un giorno me soridi,

'n artro giorno stai male.

Er Parkinson è 'na troja

che te leva la voja

de vive e de sperà,

de respirà e campà.

Coll'omo mio sto 'nchiusa

in un castello nero

ndove nisuno bussa

dove sei priggioniero

di incubbi e delusioni

de sogni e d'illusioni.

Vorrei scappà domani,

anzi mejo stasera,

ma nun posso lassatte,

qui nun c'è primavera.

Ce semo tanto amati

ce semo amati tanto,

divideremo nsieme

solitudine e pianto.

 Loredana Savelli - 22/01/2016 10:43:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Una poesia che antepone a "tutto" l’amore.

 Fiammetta Lucattini - 22/01/2016 10:11:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Caro Alberto,
mi ha sinceramente toccato la tua sensibilità, intorno a questo problema che nessuna soluzione ha mai trovato al di là dei velleitari proclami dei nostri politici.
Prendersela con Dio è non solo inutile e sciocco, ma anche contraddittorio, perché se il suo nome è "misericordia", sono certa abbia dato agli uomini la libertà di esercitarla.
Tutti, però, si tengono ben lontani dalle case dei malati.
Grazie, alla prossima.

 Fiammetta Lucattini - 22/01/2016 10:11:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Caro Alberto,
mi ha sinceramente toccato la tua sensibilità, intorno a questo problema che nessuna soluzione ha mai trovato al di là dei velleitari proclami dei nostri politici.
Prendersela con Dio è non solo inutile e sciocco, ma anche contraddittorio, perché se il suo nome è "misericordia", sono certa abbia dato agli uomini la libertà di esercitarla.
Tutti, però, si tengono ben lontani dalle case dei malati.
Grazie, alla prossima.

 Alberto Becca - 22/01/2016 06:39:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Nella cultura, nel sentire attuale la sofferenza, la malattia, la disabilità è un dis-valore, un bubbone da evitare, da estirpare o (spesso) da ignorare; in realtà, a prescindere dai progressi della medicina, nel passato o in contesti diversi da quello occidentale le infermità, le patologie, le deformità sono vissute in altro modo e in una diversa dimensione: purtroppo nella società odierna ove il "bello e sano" domina i mezzi do comunicazione, ogni essere vivente che non risponde a questi parametri "esce" dal circuito mediatico.. La vita media si allunga enormemente ma in parallelo aumentano gli "handicap" cioè gli svantaggi che tantissime persone vivono a causa della malattia; l’ augurio è che non manchi mai, oltre la cura, l’ assistenza, gli ausili dell’ arte medica, l’ amore e la comprensione

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